La storia

I Campi Flegrei, la terra ardente che non ha lasciato indifferenti l’animo e la mente, il cuore e le membra, la voce e le penne di indigeni e conquistatori, cittadini e turisti, del mondo intero.

La strana commistione tra acqua e fuoco, tra la bellezza prorompente di una natura forte e dolce e i fenomeni vulcanici, violenti ed improvvisi. Un terra dove la natura in una mano brandisce eruzioni e terremoti per togliere la vita e nell’altra stringe le sue miracolose acque termali che offre per lenire le sofferenze dell’uomo. (Filiberto Passananti)

L’amore per la nostra terra non ha tempo, eterna la sua bellezza e giovinezza, da sempre celebrata e consacrata. Tanti e diversi sono i grandi della Storia che hanno espresso opinione a riguardo, poeti e letterati, politici e filosofi. Il fascino di alcune aree o località non ha e non può lasciare indifferenti l’animo e la mente, il cuore e le membra, la voce e le penne di indigeni e conquistatori, cittadini e turisti, del mondo intero. Che dire ad esempio dei Campi Flegrei?

Dall’alto del lieve poggio che s’avanza sul mare formando il Capo Miseno, si vedono perfettamente il Vesuvio, il golfo di Napoli, le isole di cui è disseminato e la campagna che si distende da Napoli sino a Gaeta; insomma la regione dell’universo ove i vulcani, la storia, la poesia hanno lasciato più tracce. (Madame de Staël)

I Campi Flegrei, dal greco phlegraios (ardente), una regione eminentemente vulcanica, costituita da crateri poco elevati, alcuni sformati e rotti dall’agire del mare e delle acque meteoritiche, senza grandi colate laviche. Sono caratterizzati da uno scenario di colline variate e caratteristiche, laghipanorami meravigliosi, varietà di forme, luminosità del mare, celebrati belvedere e luoghi di grande interesse come la Solfatara di Pozzuoli, le sorgenti termali di Agnano, il Parco degli Astroni, il Monte Nuovo.

Vi è un luogo posto nel fondo di un abisso cavo, tra Partenope e i vasti campi di Dicearchia, bagnato dalle acque del Cocito; infatti il vapore che si sprigiona, si spande con calore mortifero. Non in autunno questa terra verdeggia, non fa crescere l’erba il fertile campo, né a primavera risuonano i teneri cespugli dell’armonia discordante del canto degli uccelli: ma il caos e i luoghi deserti coperti di nera lava gioiscono circondati dal funereo cipresso. (PetronioSatyricon)

E ancora,

Incombe direttamente sulla città l’agorà di Efesto, pianura circondata da ciglioni infuocati che mandano spesso esalazioni come fornaci e piuttosto puzzolenti. La pianura è piena di polvere preziosa … (StraboneGeografia, v)

Il territorio, per geomorfologia e stratificazione è fortemente contraddistinto dalla sua natura vulcanica e se da un lato spaventa l’uomo dall’altro è fonte di straordinaria ricchezza turistica, sin dall’antichità.

Baia, il cui nome deriva da quello di un compagno di Ulisse, che qui morì e fu sepolto, è stata celebre per le sue sorgenti termali fina dall’antichità. I romani la predilessero e vi ebbero ville Cesare e Pompeo, Caio Mario e Cicerone. Da Augusto ad Alessandro Severo divenne residenza imperiale. (Vittorio Gleijeses)